Matematici segreti by Kate Kitagawa & Timothy Revell

Matematici segreti by Kate Kitagawa & Timothy Revell

autore:Kate Kitagawa & Timothy Revell [Kitagawa, Kate & Revell, Timothy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Aboca
pubblicato: 2024-03-11T00:00:00+00:00


61. https://sourcebooks.fordham.edu/mod/newton-princ.asp.

62. https://www1.grc.nasa.gov/beginners-guide-to-aeronautics/newtons-laws-of-motion/.

63. Oppure sino a quando un’altra forza, come la gravità, non intervenga su di essa.

64. Non vi consigliamo di sottoporvi a questa prova. Se non avete già vissuto questa esperienza, meglio che vi fidiate di quello che diciamo noi.

65. Il suo nome di nascita era François-Marie Arouet, ma normalmente è conosciuto con il suo nom de plume.

Capitolo 10

UNA GRANDIOSA SINTESI

A metà del diciassettesimo secolo la grande dinastia Qing era al suo apice. L’impero era uno dei più grandi che fossero mai esistiti, estendendosi dalla catena dell’Himalaya alla Manciuria. Era un’entità multietnica, con una dinastia manchu che regnava su Han e tribù mongole. Il popolo credeva che l’imperatore fosse il figlio del Cielo, inviato sulla Terra per governare il “Regno di Mezzo”: Cina significa, letteralmente, “centro del mondo”. Chi la governa, governa l’intero universo.

L’influenza culturale della Cina era estesa. Gli stati tributari dell’Asia orientale, che comprendevano quelli che oggi sono Giappone, Corea, Thailandia e Vietnam, avevano assorbito in profondità l’influsso della cultura cinese. I loro sovrani inviavano regolarmente doni e missioni diplomatiche in Cina, in atto di reverenza all’imperatore, ricavandone protezione militare e vantaggi commerciali. In un modo o nell’altro, l’idea confuciana dell’ordine del mondo si era insediata in quei luoghi sin dal settimo secolo e il neo-confucianesimo, una forma più laica e razionalista della dottrina tradizionale, era giunto al massimo delle sue fortune proprio con la dinastia del Qing. Questo si applicava anche alla matematica. Le tradizioni della matematica cinese si erano diffuse in tutti gli stati tributari, muovendo verso le periferie dal cuore stesso della Città Proibita, il centro del potere politico e della speculazione matematica dei Qing.

Nello stesso periodo in cui il Rinascimento europeo avviava una fase di riscoperta, revisione e approfondimento, anche la matematica cinese cominciò a cambiare. Il suo punto di riferimento, costituito dai Ching e dai Nove capitoli, era diverso da quello europeo, ma anch’esso era pesantemente influenzato dal lavoro dei matematici arabi. La corrente di scambi commerciali che legava costantemente Medio Oriente e Cina favoriva un contemporaneo traffico di idee, che affinava gli strumenti matematici usati da entrambi. Le due diverse tradizioni matematiche stavano attraversando un processo di co-evoluzione.

La relazione tra Cina ed Europa era invece di natura differente. Quando arrivarono in Cina nel sedicesimo secolo, i missionari cristiani portavano con sé idee nuove (e qualcuna anche vecchia), e furono accolti, comprensibilmente, con scetticismo – al punto che una disputa tra dotti si concluse in un’occasione con la condanna a morte dei gesuiti.

La dinastia Qing, però, stava traversando un periodo di evoluzione filosofica e si era quindi aperta anche a idee non confuciane. Questo condusse a una sorta di “grande sintesi”, nella quale i matematici cinesi presero in prestito dall’Europa e dalla penisola arabica teorie e idee che si erano rivelate valide e le fusero con le proprie. Il risultato fu un tipo di matematica che era più grande della somma dei singoli contributi ma anche un tipo di matematica che fu ampiamente ignorato in Europa. La maggioranza di loro nutriva pregiudizi, dando erroneamente per scontato che dai matematici cinesi non ci fosse nulla da imparare.



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